un programma non ministeriale
I ragazzi a scuola si annoiano, e non è solo questione di pigrizia; le materie che studiano non fanno più presa sulla realtà, non perché siano superate, ma semplicemente perché i programmi non considerano gli "ultimi" sviluppi di queste discipline - per ultimi spesso si deve intendere quanto è stato scoperto dopo il 1700 - perché considerati troppo "difficili". Ma i nostri giovani, immersi fin da neonati in un mondo ipertecnologico e quantistico, credo meritino un po' più di fiducia nelle loro capacità di apprendimento.
Luigi Berlinguer dice che bisogna superare la scuola gentiliana. Sono perfettamente d’accordo, ma per superare Gentile bisogna essere almeno all’altezza di Gentile. L’intellettuale liberalfascista era infatti una persona di vasta cultura, e soprattutto aveva una visione generale; la scuola gentiliana è classista, formalista, sottovaluta il ruolo delle scienze e delle conoscenze applicate, ma funziona ancor oggi perché ha un filo logico, che è l’italiano e la storia.
Ora, io non sono in grado di superare nessuno, però posso fare alcune riflessioni.
I ragazzi hanno un grande intuito, e i problemi che pongono vanno sempre presi molto seriamente – cosa che a dire il vero si fa raramente – ma, per la giovane età, non hanno il sapere, e quindi non conoscono la soluzione dei problemi che pongono. A scuola si annoiano, e pensano, che ne so, che bisognerebbe leggere fumetti invece che romanzi.
Ora, chiediamoci perché i fumetti li divertono e i romanzi no; è forse perché i fumetti sono più facili? In parte certo. Credo che il vero motivo sia che i fumetti dicono qualcosa del loro mondo, mentre i romanzi gli appaiono come qualcosa di distante. Detto in altre parole, non vedono a che serve quello che studia – spesso mi è stata posta questa domanda. I professori di solito pensano che non abbiano voglia di faticare, ma basta vedere quanto impegno mettano i ragazzi a studiare la chitarra e la batteria per formare complessi rock per riconoscere come questo non sia vero. La vertà è che effettivamente quello che si insegna non aiuta a capire il mondo in cui viviamo perch è vecchio, non ottocentesco, ma addirittura premoderno – e oggi siamo addirittua nel postmoderno.
Non sto parlando delle materie applicative, o di fare uno studio empiristico, mi fa sorridere la scuola delle tre i, internet inglese e impresa (colui che ha proposto questa scuola manda i figli alla scuola steineriana, basata sulla danza e sul canto). Sto parlando di discipline “dure”, come l’economia, il diritto, la fisica moderna, la storia contemporanea, le scienze politiche.
Il nostro mondo è completamente cambiato dopo circa il 1870, quando l’industrializzazione è diventata massiccia e pervasiva. Sono cambiati la società, l’economia, ma anche il nostro modo di percepire il mondo, come dimostra la “incomprensibilità” dell’arte moderna e contemporanea. In linea generale, invece, i programmi si fermano alle conoscenze di epoche ormai remote. Nel caso della storia è evidente, ma vale anche per la matematica, dove ci si ferma al 1700, per la fisica, dove ci si ferma a metà dell’ottocento, tralasciando la fisica moderna che è alla base dei mille aggeggi che modellano la nostra vita, dal computer al laser al DVD, e così in quasi tutte le discipline.
matematica
nei programmi dei licei scientifici vengono completamente trascurate alcune branche della matematica - in particolare un grosso pezzo di analisi - che, oltre ad essere fondamentali in fisica ecc., sono in fondo assai intuitive - più intuitive, per esempio, della trigonometria
I anno
numeri reali, naturali, ecc
equazioni di primo e secondo grado
geometria analitica
statistica elementare
II anno
trigonometria
geometria
algebra lineare
probabilità elementare
III anno
analisi: funzione di una variabile
regressione e interpolazione
IV anno
analisi: funzioni di più variabili
V anno
numeri immaginari
equazioni differenziali
scienze
nello studio delle scienze credo che la lacuna più ampia sia una robusta conoscenza della biodiversità terrestre, considerata materia vecchia e noiosa, ma che oggi sta diventando fondamentale per la sopravvivenza della biosfera.
I anno
astronomia
geologia
II anno
biologia cellulare
respirazione e fotosintesi
elementi di chimica organica e macromolecole
III anno
anatomia e fisiologia umana e dei vertebrati (con cenni di anatomia comparata)
evoluzionismo
genetica
IV anno
ecologia
classificazione dei viventi
zoologia, botanica
elementi di microbiologia
V anno
chimica inorganica e approfondimenti di chimica organica
fisica
nei programmi di fisica del liceo scientifico si trascura completamente la fisica del novecento, che, con un minimo di nozioni di analisi, è del tutto affrontabile per un ragazzo, e cosituisce la base degli aggeggi - dal CD al computer - che ci circondano.
III anno
meccanica
IV anno
elettromagnetismo
V anno
cenni sulla relatività
cenni di meccanica quantistica
diritto
l'Italia è la patria del diritto, ma questa disciplina non fa parte dei curricula dei licei.
I anno
la costituzione: diritti fondamentali
II anno
la costituzione: le istituzioni della Repubblica
III anno
il codice penale e civile
economia
se si vuole capire la politica di uno stato moderno, occorre capire un minimo di eocnomia politica, altra disciplina negletta dei licei e non trattata nemmeno negli istituti professionali e tecnici dove si insegna economia aziendale.
III anno
la partita doppia: cenni di economia aziendale
IV anno
microeconomia
V anno
macroeconomia
italiano
i programmi di italiano sono abbastanza aggiornati; ho inserito una biblioteca di base ideale.
I anno
richiami di grammatica
l'Orlando Furioso
Shakespeare
Donne
II anno
analisi del testo
Dostojevskii
Tolstoi
Balzac
Gerusalemme Liberata
Leopardi
Rabelais
III anno
letteratura italiana del 1500-1600
letture:
IV anno
letteratura italiana del 1700-1800
V anno
letteratura italiana del 1900
storia
i programmi di storia sono notoriamente pensati per uno studente dell'inizio del '900; ho provato a dividere la storia in 5 grandi fasi. Sarebbe anche interessante, in epoca di globalizzazione, inserire elementi della storia delle civiltà extraeuropee, africana, precolombiana e asiatica.
I anno
storia preromana
II anno
dalla storia romana al 1200
III anno
dal XIV secolo alla Rivoluzione Francese
IV anno
dalla Rivoluzione Francese alla Prima Guerra Mondiale
V anno
dalla Prima Guerra Mondiale a oggi
Filosofia
propongo di ridimensionare la filosofia al solo triennio; lo spazio lasciato potrbbe essere destinato a diritto ed economia.
III anno
filosofia antica
IV anno
filosofia medievale e moderna
V anno
filosofia del '900
latino
III media
le declinazioni, la coniugazione
letture:
Fedro
Cornelio Nepote
I vangeli
I anno
sintassi
letture
Sallustio
II anno
letture:
Virgilio
Orazio
storia delle religioni
gli italiani hanno conoscenze assai approssimative di storia delle religioni; a parte l'ovvia importanza in qualsiasi campo della cultura, qualche elemento delle varie sapienze credo sia indispensabile per una persona di cultura.
III media
le religioni monoteistiche
I anno
teologia cristiana
II anno
mistica cristiana
musica
siamo il paese del belcanto, e la musica si insegna solo alle medie; spesso i ragazzi non amano la musica classica, e un corso di musica dovrebbe sottolineare l'unità del mondo musicale, al di là e prima dei generi
III media
il pentagramma
brani:
Beatles
Queen
Mozart
Beethoven
I anno
il solfeggio
brani;
Bach
Brahms
Rachmaninof
Mussorsgkyi
II anno
elementi di armonia
III anno
brani:
Doors
Led Zeppelin
Schubert
IV anno
brani:
Schuman
Mahler
Wagner
V anno
Schonberg
Stockausen
Luigi Nono
disegno e storia dell'arte
Paragraph.
Questa proposta è pensata specialmente per il liceo scientifico; credo si possa adattare ad altri indirizzi abbastanza facilmente.
1) occorre una certa arroganza per proporre un programma della scuola superiore nuovo, dopo tanti contributi di eccellenti specialisti; ma certe volte per fare il proprio dovere occorre anche peccare
2) la felice intuizione della scuola gentiliana è aver mantenuto in tutte le discipline dei licei un filo conduttore storico; purtroppo i programmi, essendo ormai antichi, escludono quasi completamente il ‘900, che meriterebbe più di un anno. Il programma che propongo mantiene lo schema storico, ma distribuisce diversamente le materie negli anni, in modo da trattare almeno un anno le discipline del XX secolo
3) per quanto riguarda le discipline scientifiche lo sviluppo è logico, non storico, ma corrisponde in parte anche a uno sviluppo storico.
4) Il programma qui presentato è sicuramente troppo vasto, e rischia certe volte di dare “brevi cenni dell’universo”; potrebbe essere ampiamente migliorato facendo alcuni tagli, soprattutto però nelle materie e negli argomenti più tradizionali, non in quelli che solitamente non vengono trattati
5) Il latino è una lingua molto importante; il suo insegnamento però è fallimentare nei licei scientifici e mi sembra zoppicante addirittura nei classici – credo di poterlo dire senza timore, ho l’appoggio di Umberto Eco. Credo che il problema nasca dalla diffusa, idealistica teoria per cui il latino insegna a ragionare. Di conseguenza viene insegnato come un teorema di matematica, senza preoccuparsi troppo della comprensione del testo.Credo che un corso di latino (e di greco) basato sulla comprensione del testo e sulle letture e non sulle “versioni” potrebbe essere compresso in meno anni con risultati enormemente maggiori dal punto di vista della padronanza della lingua – questa volta ho dalla mia Montaigne.
Se si limitasse il latino al biennio (tranne che nell’indirizzo storico-letterario corrispondente al classico) con un insegnamento volto soprattutto alla lettura dei testi, avanzerebbero diverse ore che si potrebbero dedicare al diritto all’economia alla musica e alla storia delle religioni
Uno dei problemi della scuola italiana è l'ordinamento degli anni; manca un collegamento con le medie (pardon, con la scuola secondaria di I grado), e i vari indirizzi sono ampiamente indipendenti, con orari e strutturazione delle annualità differenti.
1) la scuola gentiliana è profondamente classista; si tratta di un classismo particolare, però, in quanto distingue dei corsi destinati ai futuri operai, corsi destinati ai tecnici, corsi destinati ai professionisti e corsi destinati alla classe dirigente. Il suo schema ha però una sua validità nel collegamento scuola-lavoro. Non si può cambiare una società classista con la scuola – in altre parole una scuola che fornisse solo strumenti utili per la cittadinanza, e non per il tornacono concreto, semplicemente non funziona.
2) Un collegamento scuola lavoro dipende molto da due fattori: 1) dall’età dell’obbligo, che per ora è a 16 anni, ma non si sa se continuerà 2) dall’età in cui effettivamente i giovani lasciano lo studio; se una larga percentuale fa l’università, come in molti Paesi evoluti, il quadro è assai diverso che in un Paese dove la gran parte si ferma al diploma (e solo da poco tempo, ancora pochi anni fa la maggior parte si fermava alla terza media)
3) Il collegamento scuola lavoro richiede di conoscere molto bene sia il mondo del lavoro che il mondo della cultura; del mondo della cultura ho una certa consocenza, il mondo del lavoro l’ho frequentato e ne conosco la logica, ma non certo le esigenze specifiche
4) la scuola superiore è tradizionalmente articolata in biennio e triennio, e questa distinzione corrisponde a effettive età psicologiche (e fisiche) dei ragazzi; nella scuola gentiliana addirittura scuola media + superiore era divisa in un quinquennio e in un triennio, anche se solo al classico. Sarebbe forse utile, senza tornare al modello gentiliano, attaccare l’ultimo anno delle medie al primo anno di superiori, in modo da distribuire in modo meno pesante le materie del biennio.
5) Una delle poche idee prodotte dalla Gelmini – qualche volta ne ha anche lei - prodotte dalla Gentilini è stata quella di ridurre a 4 anni le superiori in modo chei ragazzi escano a 18 anni invece che a 19. L’idea mi sembra da prendere seriamente in considerazione, perché i maggiorenni – ricordiamoci che la maggiore età a 18 anni è molto successiva alla strutturazione della scuola attuale – creano problemi se non altro gestionali. Credo che l’esigenza espressa dalla Ministra potrebbe essere meglio implementata tgliendo un anno di medie e attaccando il primo anno delle medie alle elementari, come si fa in molti paesi dove la scuola primaria dura 6 anni. Si arebbe così una scuola articolata in seennio (primarie), primo trienni (obbligatorio) e secondo triennio (facoltativo). Questa articolazione corrisponde, credo, a tre età dello sviluppo: da 6 a 12 anni, da 12 a 15 anni, da 15 a 18 anni – l’infanzia, la pubertà, l’adolescenza. Le elementari fino a 5 anni rispondevano a un paese contadino in cui una vastissima maggioranza non poteva permettersi di non andare a lavorare appena le forze fisiche fossero sufficienti.
il collegamento scuola-lavoro
1) la scuola gentiliana è profondamente classista; si tratta di un classismo particolare, però, in quanto distingue dei corsi destinati ai futuri operai, corsi destinati ai tecnici, corsi destinati ai professionisti e corsi destinati alla classe dirigente. Il suo schema ha però una sua validità anche questa volta, e sta nel collegamento scuola-lavoro. Non si può cambiare una società classista con una scuola non classista, come hanno tentato tanti generosi tentativi di riforma – in altre parole una scuola che fornisse solo strumenti utili per la cittadinanza, e non per il tornacono concreto, semplicemente non funziona. Il mio schema comprende un abbozzo di collegamento scuola lavoro nella suddivisione in indirizzi, ma non elaborato, e ricalcato sostanzialmente dalle tipologie scolastiche oggi esistenti in Italia.
2) Un collegamento scuola lavoro dipende molto da due fattori: 1) dall’età dell’obbligo, che per ora è a 16 anni, ma non si sa se continuerà 2) dall’età in cui effettivamente i giovani lasciano lo studio; se una larga percentuale fa l’università, come in molti Paesi evoluti, il quadro è assai diverso che in un Paese dove la gran parte si ferma al diploma (e solo da poco tempo, ancora pochi anni fa la maggior parte si fermava alla terza media)
3) Il collegamento scuola lavoro richiede di conoscere molto bene sia il mondo del lavoro che il mondo della cultura; del mondo della cultura ho una certa consocenza, il mondo del lavoro l’ho frequentato e ne conosco la logica, ma non certo le esigenze specifiche
1) la scuola superiore è tradizionalmente articolata in biennio e triennio, e questa distinzione corrisponde a effettive età psicologiche (e fisiche) dei ragazzi; nella scuola gentiliana addirittura sucola media + superiore era divisa in un quinquennio e in un triennio, anche se solo al classico. Sarebbe forse utile, senza tornare al modello gentiliano, attaccare l’ultimo anno delle medie al primo anno di superiori, in modo da distribuire in modo meno pesante le materie del biennio.
2) Una delle poche idee prodotte dalla Gelmini – qualche volta ne ha anche lei - prodotte dalla Gentilini è stata quella di ridurre a 4 anni le superiori in modo chei ragazzi escano a 18 anni invece che a 19. L’idea mi sembra da prendere seriamente in considerazione, perché i maggiorenni – ricordiamoci che la maggiore età a 18 anni è molto successiva alla strutturazione della scuola
Paragraph.